Il nuovo contatore Enel “Open Meter”: a cosa serve davvero?

Il contatore “Open Meter”, il contatore elettrico telegestito di seconda generazione che Enel Distribuzione da gennaio 2017 sta installando in tutta Italia – con un esborso astronomico di circa 4 miliardi e mezzo, pari a circa 150 euro a contatore, che gli utenti pagheranno in bolletta  – in sostituzione di circa 32 milioni di contatori di case e aziende che per lo più non si possono definire “vecchi”, a cosa serve davvero?

Il Contatore 2.0, come è stato subito ribattezzato da molti, permetterà la misurazione dei consumi quasi in tempo reale (i dati sulla potenza assorbita verranno raccolti ogni 15 minuti) e la possibilità, da parte del cliente, di accedere alle curve di consumo, al dato dei prelievi giornalieri e ad altri parametri chiave via app su dispositivi mobili o via computer, purché si sia collegati a Internet.

Secondo chi “difende” il nuovo contatore, imposto in accoglimento di una direttiva europea sull’armonizzazione degli strumenti di misura, esso aiuterà l’utente nel mercato libero dell’energia, permettendogli di scegliere in maniera più oculata la taglia di potenza (la più diffusa oggi fra gli utenti domestici è quella da 3 kW) e il tipo di contratto che più si adatta al proprio profilo di consumo.

Inoltre, secondo Enel, ciò porterà: al superamento delle odierne tariffe orarie, aprendo la possibilità di tariffe personalizzate proposte dai venditori agli utenti; ad operazioni commerciali più veloci e trasparenti, evitando conguagli e contestazioni sull’ultima lettura nel passaggio a nuovo fornitore; ad un’interfaccia aperta, in grado di connettersi con i sistemi di domotica.

Ciò però presuppone da parte dell’utente – domestico in particolare – un’expertise che certamente non gli è propria, per cui chi è contrario al nuovo contatore 2.0 lo vede come “fumo negli occhi”, destinato a complicare ulteriormente l’analisi dei dati essenziali e la scelta al consumatore inesperto, mentre i fornitori di energia potranno al contrario giovarsi delle informazioni sui profili di consumo dei clienti.

Inoltre, come è stato fatto notare dal’ingegner Davide Crippa – responsabile per le politiche energetiche del Movimento 5 Stelle – ad oggi “nessuno controlla che i dati trasmessi dai contatori siano esatti”, “non è stata chiarita la gestione del dato post-misura” e, infine,  “le fatture che riportano la ‘quota potenza’ fanno riferimento a una quantità non misurata e non oggetto di misurazione”.

Un aspetto certamente molto critico del passaggio dal vecchio al nuovo contatore sarà la contabilizzazione dell’ultima lettura. Infatti, secondo Enel i dati verranno acquisiti automaticamente dal sistema al momento della sostituzione, per cui non sarà necessaria la presenza del cliente o di suoi delegati, se il contatore è accessibile senza la loro presenza, e l’energia verrà staccata per qualche minuto.

Al contrario, le associazioni di consumatori hanno richiesto – correttamente – che venga verbalizzato per iscritto, in presenza del cliente, il dato relativo alla lettura del vecchio contatore (e del nuovo) al momento della sostituzione. Ciò appare non solo una garanzia a tutela del consumatore, ma anche un suo diritto, soprattutto qualora egli lo richieda. In compenso, l’utente può rifiutare la sostituzione del contatore, soprattutto se non è così vecchio, dato che non vi è un obbligo di legge in tal senso.

Nel caso si accetti la sostituzione, le associazioni dei consumatori raccomandano di farsi prima consegnare il “certificato di conformità” (che infatti viene rilasciato solo se richiesto), di identificare l’operatore che fa la sostituzione e di scattare con lui presente una foto al vecchio contatore con i dati sull’effettivo consumo (per ogni fascia di potenza F1, F2 e F3, quindi 3 foto) per evitare brutte sorprese.

Se il nuovo contatore 2.0 sarà davvero un vantaggio per gli utenti o, invece, una “fregatura” – come lascia intendere il Movimento 5 Stelle, schieratosi subito contro questo spreco di denaro – lo scopriremo presto e ve ne daremo senz’altro notizia. Il piano di sostituzione, infatti, prevede di cambiare 5,5 milioni di contatori nel 2018, 5,9 milioni nel 2019 e 6 milioni nel 2020, ed i restanti 13 milioni entro il 2031.

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