Per gli impianti domestici di potenza termica complessiva inferiore a 35 kW – con riferimento alla potenza termica al focolare del generatore – il dimensionamento degli stessi può essere fatto dall’installatore, mentre per quelli di potenza superiore ai 35 kW occorre il progetto fatto da un professionista abilitato.
Infatti, il progetto per un nuovo impianto di rete termica domestica inferiore a 35 kW, è sempre e obbligatorio (art. 5 comma 1 del DM 37/08). Esso, recita l’articolo: “è redatto da un professionista iscritto negli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta mentre, negli altri casi, il progetto è redatto, in alternativa, dal responsabile tecnico dell’impresa installatrice”.
I progetti degli impianti devono essere elaborati secondo la regola dell’arte; sono considerati tali quelli redatti in conformità alla vigente normativa e alle indicazioni delle guide e alle norme dell’UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione. Essi devono contenere almeno gli schemi dell’impianto, i disegni planimetrici e una relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell’installazione.
Si noti, però, che ai fini del calcolo della potenza termica complessiva in ambito domestico – per vedere se questa supera o meno i 35 kW – non concorrono gli apparecchi domestici quali gli apparecchi di cottura alimenti (cioè, detto più semplicemente, le cucine ed i forni a gas), le stufe, i caminetti, i radiatori individuali, gli scaldacqua unifamiliari, gli scaldabagno ed i lavabiancheria.
Dunque, se ad es. si ha in casa una caldaia a camera stagna da 30 kW di potenza max e un termocamino da 34,5 kW termici, non si devono sommare le due potenze, e quindi non si superano i 35 kW previsti per l’obbligo di progetto da parte di un professionista abilitato. Anche il piano cottura, che nel caso sia a 5 fuochi ha una potenza termica di 9-10 kW, non viene inserito nel computo.
Come previsto dalla legge 46/90, le potenze dei vari apparecchi presenti nell’unità immobiliare si devono sommare se sono nella stessa stanza o in locali adiacenti. Quindi, non si può aggirare il limite in questione installando, ad esempio, 2 caldaie da 30 kW termici per riscaldamento + acqua calda sanitaria al posto di un’unica caldaia da 55 kW termici, poiché 30 + 30 = 60 KW, che è più di 35 kW.