Le lampade fluorescenti comprendono due grandi classe di lampade tutt’oggi ampiamente utilizzate in case ed uffici: sia le tradizionali “lampade al neon” (detta anche tubolari) sia le più moderne “lampadine fluorescenti compatte”, che non a caso occupano meno spazio.
Le lampade fluorescenti sono particolari “lampade a scarica” (quali sono, ad es., le lampade al sodio giallastre spesso usate nell’illuminazione stradale), ma a differenza di queste la luce non è emessa direttamente dal gas ionizzato, bensì da un materiale fluorescente (nel caso dei neon) o da vapori di mercurio (nel caso delle fluorescenti compatte).
In particolare, le lampade fluorescenti compatte – o a risparmio energetico – hanno dimensioni e tonalità di luce simili a quelle delle lampade ad incandescenza (che possono sostituire avendo un attacco E27), ma un’efficienza luminosa e una durata di vita assai superiori. Esistono nella versione con reattore integrato o non all’interno della lampada. Il reattore può essere del tipo convenzionale oppure elettronico, più efficiente di quello tradizionale e con cui le lampadine durano di più.
Le lampadine fluorescenti compatte (LFC) – note anche come “lampadine a basso consumo energetico” – si trovano sul mercato già da diversi anni e (in parte erroneamente) vengono da molti considerate i sostituti ideali di quelle a incandescenza.
Infatti, pur essendo più costose (possono raggiungere anche i 20 euro) delle lampade a incandescenza (ma ne potete trovare dei modelli a buon prezzo qui), hanno il pregio di durare molto più a lungo (circa 10-12 volte di più) e di consumare molta meno energia elettrica (fino al 75% in meno). Perciò, il loro pregio, più che dall’elevata durata (che di fatto semplicemente compensa il costo assai più elevato rispetto alle lampadine a incandescenza), è rappresentato soprattutto dal basso consumo di elettricità.
Le lampadine fluorescenti compatte hanno un’elevata efficienza luminosa (da 50 a 75 lm/W), che è da 4 a 7 volte superiore a quella delle lampadine ad incandescenza. Si veda la tabella qui sotto per un confronto delle principali caratteristiche dei vari tipi di lampadine di uso comune.
Una caratteristica importante di questo tipo di lampadine è la loro “accensione ritardata” a causa del lento riscaldamento, che le rende adatte ad un uso non in stanze di passaggio, ma dove la luce sta accesa per molto tempo in modo continuo: ad es., per una casa, in cucina, sala da pranzo, salotto, etc.
Sono particolarmente indicate per illuminare ambienti interni ed esterni nei casi in cui vi è la necessità di un uso prolungato e senza accensioni e spegnimenti troppo frequenti. Il loro flusso luminoso non è regolabile, quindi non si possono usare in associazione a dimmer.