Le stufe a raggi infrarossi (ne puoi trovare vari ottimi modelli qui) differiscono anche come fonte di combustibile e materiale da costruzione. Esistono stufe a propano, a gas naturale, elettriche, dunque il loro consumo differisce, evidentemente, da un tipo all’altro e non è possibile generalizzare.
Le stufe al quarzo, ad esempio, sono stufe infrarosse chiamate così perché dotate di due o tre lampade al quarzo, che scaldano come quelle alogene ma consumano di più. Il consumo medio delle stufe al quarzo è di 800 W, distribuiti su due livelli di calore, ma vi sono anche modelli più potenti, ad es. da 1.500 W, con più livelli di calore selezionabili attraverso pulsanti o manopole.
Ipotizzando un utilizzo continuativo dell’apparecchio, il consumo di energia in un’ora di una stufetta alogena usata alla massima potenza è invece di circa 1500 W = 1,5 kWh. Supponendo un costo dell’elettricità di 0,25 €/kWh, ciò si traduce in una spesa oraria di circa 0,37 €, che però si dimezza se usate una comune stufetta al quarzo da 800 W.
Se si vive in una casa che non ha accesso alla rete del gas, poi purtroppo le scelte di riscaldamento sono piuttosto limitate: si può optare per una pompa di calore, per il riscaldamento a convezione elettrico o per le stufe a raggi infrarossi. Questi ultimi, però, sono più accessibili (una pompa di calore geotermica, per esempio, può costare molto ma molto di più, il che la rende troppo costosa per la maggior parte delle persone) e sono anche efficaci.
Il concetto dei raggi infrarossi, infatti, è che invece di riscaldare l’aria come un radiatore tradizionale, le stufe a raggi infrarossi riscaldano direttamente gli oggetti solidi e le persone. Una volta che i pannelli infrarossi sono arrivati a temperatura, le unità emettono radiazione infrarossa che viaggia senza ostacoli fino a quando colpisce un oggetto solido, ossia una persona o alcuni mobili. Questo oggetto, o la pelle, assorbono l’infrarosso e poi si riscaldano.
Il risparmio che si può conseguire con le stufe a infrarosso, comunque, è dovuto essenzialmente al dimensionamento del sistema. Tipicamente, una stufa a infrarossi avente solo il 40% delle dimensioni di un radiatore a convezione tradizionale produrrà tuttavia lo stesso livello di comfort. Quindi, una stufa a convezione da 1 kW produrrà all’incirca lo stesso livello di comfort, per gli occupanti di una casa, di un pannello radiante a infrarossi da 400 W.
In genere, con il riscaldamento a infrarossi, si consiglia di utilizzare tra i 50 watt ed i 100 watt di potenza per metro quadrato, a seconda di quanto ben isolato è un ambiente. Nel caso di un ambiente con un isolamento migliore il fabbisogno sarà più vicino ai 50 W/mq, mentre per una vecchia proprietà non isolata sarà più vicino ai 100 W/mq.
Così, nel caso il riscaldamento sia acceso per 5 ore al giorno, i consumi giornalieri sono al più di 500 W = 0,5 kWh al giorno (da confrontarsi con quello circa doppio nel caso si usi una comune stufa elettrica a convezione). Supponendo un costo dell’elettricità di 0,25 €/kWh, ciò si traduce in una spesa giornaliera di circa 0,5 x 0,25 = 0,12 €.
Per scegliere a ragion veduta – o anche semplicemente ottimizzare – il sistema di riscaldamento più adatto nel tuo caso specifico, confrontando i risparmi che avresti passando a ciascuna delle tante tecnologie possibili alternative a quella che usi attualmente, può esserti utile un software realizzato ad hoc, come ad esempio quello che trovi qui, il cui utilizzo è davvero semplice e immediato.